PROGETTO BALCANI 1999

La guerra è ormai conclusa da qualche anno ,arrivo a Sarajevo dopo l'esperienza dell'anno precedente a Mostar dove avevo trovato  una Bosnia devastata dai combattimenti fratricidi ,caduto ormai  nel dimenticatoio dei massmedia, la televisione ci presenta infatti quasi quotidianamente altre priorità ,come ad esempio il Kosovo ; è forse questo l' errore più grave ,credere ciecamente nei mezzi di comunicazione di massa , se i telegiornali parlano di un certo paese , allora la c'è necessità di aiuto se non se ne parla più questo cade  dimenticato . E' quello che è successo per la Bosnia Erzegovina ,durante l' assedio di Sarajevo , tutto il mondo era stretto attorno a quei luoghi , poi dopo la firma degli accordi di Dayton non se ne è più parlato lasciando quella gente al proprio destino , purtroppo la pace non fa notizia ! Ed è per questo che per il secondo anno consecutivo ho deciso di aderire ai progetti AGESCI (Associazione Guide e Scout cattolici italiani) per la ex-Yugoslavia ed allo stesso modo la pattuglia Lombardia ha deciso di poratarli avanti. Dopo una fase iniziale di aiuto puramente manuale e di intervento nei campi profughi, ora la nostra attenzione si è spostata sulla gente ,soprattutto sulle fasce più deboli: i bambini e i giovani . L'anno precedente ero stato protagonista in prima persona dell' iniziativa sperimentale di animazione di bambini di un quartiere musulmano di Mostar , certo presentarsi con una croce cucita sulla camicia ,la dove i cattolici hanno ucciso e fatto massacri non è stato facile ,ma forse grazie allo spirito scout e alla voglia di fare ,quei quindici giorni in territorio musulmano si sono rivelati un successo. Quest' anno le priorità erano ben diverse ,la guerra della NATO alla Serbia ha influito molto sull' etnia serba di Bosnia ,già fortemente tagliata fuori dagli aiuti umanitari, per cui la nostra attenzione si è spostata completamente sulla città di Sarajevo ,capitale divisa a metà da accordi internazionali. Qui durante tutto il mese di agosto erano attivi tre campi ,due nella Confederazione Croato Musulmana : nel primo con l' etnia cattolica si lavorava nella ricostruzione di case private ,nel secondo con i musulmani si organizzavano attività di animazione dei bambini . Il terzo campo ,che ho avuto l' onore di dirigere insieme ad uno staff di altri scout italiani ,(Lara Rossini , e per un buon periodo Carlo Cavaglieri e Francesco Nastasi) si trovava nella Repubblica serba di Bosnia e cioè nella parte di Bosnia Erzegovina a maggioranza ortodossa ,( per capirne di più clicca qui) più povera e dimenticata . Il lavoro quotidiano era caratterizzato dall' intervento in due scuole con attività di animazione dei bambini ,altrimenti vaganti per le strade. Il campo aveva sede in una di esse ed oltre allo staff logistico si sono avvicendati su quattro turni gruppi di 20 scout (RYS) tra i 18 e i 20 anni che formavano il grosso dell' intervento. Inutile dire che l' iniziativa si è riconfermata un successo , sia dal punto di vista diplomatico ,essendo noi Scout cattolici presenti allo stesso tempo con le diverse etnie e non solo con i cattolici come qualcuno vorrebbe , sia dal punto di vista umano ,avendo regalato dei momenti di felicità ai bambini ,spesso reduci da quattro anni di bombe o ridotti allo stento dalla situazione postbellica . Come educatore devo dire che un altro obbiettivo importante è stato colto , ho visto molti degli scout che si sono avvicendati ,tornare a casa più maturi e soddisfatti e con una gran voglia di raccontare al mondo ciò che che i mezzi di informazione tengono troppo spesso nascosto.

 

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